Eravamo tutti molto curiosi, una curiosità che è stata soddisfatta certamente dalla ricchissima offerta che ogni Salone fieristico ha preparato. Siamo davvero rimasti stupiti dal numero di opzioni possibili, dalla possibilità di contattare singole persone potendo verificare che fossero in quel momento “presenti” nella stanze virtuali in cui entravamo, così da chattare come fossimo tutti vecchi amici…
Abbiamo trovato decine e decine di presentazioni aziendali, cataloghi più o meno “video” di centinaia di prodotti, approfondimenti, opportunità…
Abbiamo trovato molto materiale che le aziende hanno riciclato e usato pensando che “…andasse comunque bene”, con un risultato che non era certo coinvolgente. Troppe delle persone che abbiamo contattato ci hanno risposto dopo ore o giorni, segnale molto concreto che l’esser ben presenti fisicamente in un certo spazio è tutta un’altra cosa e che non è semplicissimo riprodurre digitalmente l’arte dell’incontro.
LE FIERE SONO IL LUOGO DOVE INCONTRARSI DI PERSONA
In questo vive la loro storia e vivrà il loro futuro.
Il presente poteva essere “diverso”, pe le ragioni che ben conosciamo, ma ciò non toglie che la pandemia abbia di fatto scatenato una accelerazione esponenziale di concetti sui quali gli enti fieristici di tutto il mondo stavano già riflettendo, ovvero la necessità di arricchire il modello di manifestazione noto a tutti “approfittando” delle enormi potenzialità del digitale.
Quella digitale è stata una partita del tutto nuova, in un tempo davvero complesso.
D’altra parte si è scelto di dare alle aziende una opportunità, di correre il rischio, di provarci.
A ben guardare è esattamente quello che ha fatto Piemmeti con Wood-Experience, l’altra nostra manifestazione, ad ottobre di quest’anno.
Quando le aziende dovevano decidere se partecipare i numeri del contagio erano ancora alti, nonostante l’estate, le preoccupazioni tantissime, le quarantene un incubo ricorrente, ma noi non abbiamo avuto dubbi: non possiamo fermare il mondo ed è indispensabile trovare il modo e il coraggio di fare scelte precise, attente, forti.
Siamo assolutamente convinti che, pur tra colpi di disinfettante, di distanze, di mascherine e di mille accorgimenti indispensabili, si debba ritornare ad incontrarsi anche nei luoghi di business.
CI VUOLE CORAGGIO:
ce ne vuole per fermarsi, per stare alla finestra guardinghi con il più alto livello di sicurezza possibile e rischiare che la propria azienda resti senza fiato, così come ce ne vuole per decidere di essere comunque in fiera, che si tratti di Progetto Fuoco o del Salone del Mobile di Milano, perché non si può delegare tutto al digitale.
RIPRESA COVID-FREE
E infatti a Progetto Fuoco saranno oltre 700 gli espositori che hanno deciso di essere presenti alla tredicesima edizione: abbiamo disegnato un appuntamento “Covid-free”, attrezzandoci per rispettare le attuali normative delle autorità nazionali e regionali e pronti ad adeguarci a eventuali situazioni nuove, con la certezza di avere le competenze e gli strumenti per garantire a espositori e visitatori una fiera sicura.
In questi 18 mesi abbiamo mantenuto un contatto costante e diretto con i nostri espositori, per costruire con loro la “fiera della ripresa”, condividendo la volontà di tornare alla normalità, di voler testimoniare in prima persona la necessità di dare alla parola “fiera” l’unico significato che può e deve avere, ovvero l’incontro fra persone.
Una scelta che dimostra, pur con tutte le cautele e le attenzioni del caso, quanto sia forte la necessità di riportare il lavoro, la produzione, l’economia alle modalità che conoscevamo. Siamo stati tutti capaci di adeguarci alle limitazioni imposte dal lockdown, di privilegiare gli eventi digitali e modalità di lavoro preziose, ma che – a conti fatti – hanno dimostrato di non essere la soluzione, ma una modalità certamente interessante per affrontare l’emergenza.
IL DIGITALE NON E’ LA SOLUZIONE
Nuovi modi di fare, lavorare e di comunicare che in futuro non mancheranno di arricchire determinate esperienze, ma che non potranno mai sostituire il momento fieristico, l’incontro fisico – programmato o causale che sia – e la possibilità i comprendere di più e meglio, di toccare con mano, di cogliere e condividere segnali ed emozioni.
La prima fiera internazionale del settore “in presenza” ospiterà, come già ricordato, oltre 700 espositori da 30 paesi, principalmente da Francia, Germania, Austria, Spagna, Turchia, Grecia e Polonia. A oggi è stato occupato più del 70 per cento dello spazio espositivo e anche quest’anno occuperemo tutti gli 8 padiglioni disponibili e l’area esterna, arricchendo la manifestazione con nuovi eventi, come il concorso di design, l’outdoor village e l’Innovation Village.
I dati e soprattutto l’elenco degli espositori che saranno a Verona sono il miglior biglietto da visita per una fiera vivace, ricca di contenuti, efficace: nelle prossime settimane il lavoro più intenso sarà ovviamente sul fronte dei visitatori, per quanto il numero e la qualità degli espositori infonda un forte ottimismo sugli arrivi a Verona il prossimo maggio.
Ancora una volta riusciremo a rendere Progetto Fuoco il momento clou di un’attività di promozione e sviluppo del comparto che da sempre rappresenta la mission di Piemmeti.
Ma soprattutto saranno i profumi, il piacere, le modalità, le opportunità garantite dall’essere davvero tutti nello stesso luogo e nello stesso momento, il carattere distintivo della manifestazione: è sempre stato così, ma questa volta ce ne renderemo conto davvero.
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