IL PROBLEMA: POLVERI SOTTILI E RISCALDAMENTO DOMESTICO A BIOMASSE
Il riscaldamento domestico a biomasse produce polveri sottili, in particolare in alcune zone critiche come il bacino padano. La maggior parte delle emissioni di PM10 viene da stufe e caminetti datati e caratterizzati da tecnologie di combustione ormai obsolete e superate. Gli apparecchi a legna e pellet installati in Italia da più di 10 anni sono il 70% del parco installato, circa 6,3 milioni, e contribuiscono all’86% del PM10 derivante dalla combustione domestica di biomassa (AIEL 2020).
figura 1. Emissioni di PM10 imputabili a generatori obsoleti e conduzione impropria
LA SOLUZIONE: ROTTAMARE ED EDUCARE
La strategia elaborata da AIEL propone di incentivare la sostituzione dei generatori vecchi ed inquinanti con sistemi di riscaldamento a legna e pellet moderni ed efficienti, caratterizzati da emissioni di PM10 da 4 a 8 volte inferiori rispetto alle tecnologie più datate. Il percorso del turnover tecnologico, che AIEL ha stimato in circa 350 mila nuovi generatori l’anno per 10 anni, è la soluzione per contribuire alla riduzione dell’impatto della combustione domestica di legna da ardere e pellet sulla qualità dell’aria.
È fondamentale inoltre avviare un’azione incisiva di informazione e sensibilizzazione degli utenti finali, in particolare di chi utilizza legna da ardere. Una conduzione scorretta dell’apparecchio a legna può infatti causare incrementi notevoli delle emissioni di PM10 e di carbonio organico, responsabile della formazione di PM10 in atmosfera, anche di 10 volte rispetto a un utilizzo ottimale.
figura 2. Le stime di AIEL sugli effetti di turn over tecnologico e informazione dell’utente in 10 anni
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