(a cura di AIEL) La stima dei consumi di pellet in Italia è ottenuta in modo indiretto facendo ricorso a un metodo energetico, basato cioè sul calcolo delle quantità di pellet necessarie a soddisfare l’energia che si stima venga prodotta dall’insieme di tutti i generatori di calore installati nel nostro Paese.
Il metodo di stima considera i cosiddetti “gradi giorno” medi italiani – che quantificano la necessità di riscaldamento nell’anno – e tiene conto delle caratteristiche dei generatori (tipologia e potenza), del loro numero e del relativo coefficiente di utilizzo giornaliero (dati Istat 2013). L’insieme dei risultati ottenuti restituisce quindi una potenza stagionale standard (energia prodotta) soddisfatta dall’utilizzo di una certa quantità di pellet che corrisponde ai consumi italiani.
Per necessità di confronto con altre statistiche del settore energetico, il periodo considerato dalle analisi corrisponde all’anno solare e non alla stagione termica. Il modello adottato non può quindi essere sovrapposto alle osservazioni stagionali degli operatori di settore, ma deve essere valutato con una prospettiva d’insieme sul medio-lungo periodo.
È utile ricordare che i risultati del modello possono discostarsi dal consumo reale perché una moltitudine di fattori difficilmente standardizzabili può influenzare il comportamento degli utenti finali: l’andamento termico nell’anno, il prezzo dei combustibili fossili, le campagne di comunicazione sulla qualità dell’aria e altro ancora. I consumi, inoltre, possono seguire andamenti diversi e non avere un riflesso immediato sulle vendite, dato che queste ultime risentono di condizioni di mercato più ampie, tra cui i quantitativi eventualmente disponibili in stock.
Grafico 1 – Evoluzione del consumo di pellet in base al parco installato di generatori a pellet e ai gradi giorno medi nazionali. Nota: all’aumentare dei gradi giorno corrispondono temperature annuali più rigide.
Negli ultimi anni il consumo di pellet in Italia ha registrato una curva di crescita costante, nonostante il forte impatto dei cambiamenti climatici sul comportamento degli utenti. La riduzione del consumo legata a inverni miti, tuttavia, viene ancora bilanciata dal progressivo aumento dei generatori a pellet installati, ex novo o in sostituzione di altri apparecchi obsoleti, anche grazie al ricorso all’incentivo del Conto termico.
Nel 2019, il consumo nazionale di pellet è stato stimato in circa 3,4 milioni di tonnellate (grafico 1) con un aumento rispetto all’anno precedente trainato dai consumi dei mesi di marzo, aprile e maggio che si sono attestati decisamente sopra alla media per via dell’inconsueto andamento termico che ha fatto registrare i valori massimi (cioè più freddi) di gradi-giorno degli ultimi dieci anni (grafico 2). Va ricordato che la particolare concentrazione dei gradi-giorno annuali nei mesi primaverili (15% tra aprile e maggio) potrebbe implicare leggere distorsioni nella stima dei consumi annuali del 2019, con un errore stimato nell’ordine del ±5% del totale.
Grafico 2 – Evoluzione dei gradi giorno mensili di 2017, 2018, 2019 in relazione agli ultimi 10 anni
Com’è noto, il consumo di pellet in Italia va attribuito quasi esclusivamente al segmento residenziale.
Infatti, il nostro Paese è di gran lunga il primo a livello europeo per numero di apparecchi domestici a pellet installati, pari a circa 2,4 milioni. Di questi, il 99% è costituito da stufe, inserti e termocamini, cucine e caldaie con potenza inferiore a 35kW, mentre solo l’1% è composto da caldaie di potenza superiore. Le vendite annue (escluse le caldaie), sebbene attualmente in flessione, nel 2019 si sono assestate in circa 170.000 nuove unità.
Ne consegue che delle 3,4 milioni di tonnellate consumate nel 2019, il 95% (3,2 M t) viene consumato in generatori domestici, con una prevalenza delle stufe a pellet che rappresentano il 77% dei consumi.
Nel periodo 2010-2018, il peso delle stufe a pellet sul totale dei generatori di calore a biomasse legnose installati in Italia (in totale, circa 9,1 milioni nel 2018) è passato dal 6% al 20% anche grazie al turnover tecnologico che ha interessato soprattutto gli apparecchi tradizionali, spesso alimentati a legna da ardere come ad esempio i camini aperti, sostituiti da nuovi apparecchi a pellet, automatici e con tecnica di combustione evoluta (grafico 3).
Grafico 3: evoluzione dei generatori domestici installati per tipologia di combustile impiegato (Aiel, 2020)
Diego Rossi e Matteo Favero, AIEL
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